Lo spessore dei dati

Big Dati: è la parola al centro di ogni dibattito, politico, scientifico, sociale e culturale. Sono il risultato di tutte le interazioni digitali che la vita contemporanea propone e accoglie, alla base di decisioni e informazioni che indirizzano la vita di tutti noi. Perché siano analizzabili, e quindi utilizzabili, sono sottoposti a processi tecnologici che li rendono standard, li definiscono e li raggruppano secondo criteri specifici.
Ma qual è l’effettiva efficacia della loro gestione? Forse la chiave per ottenere informazioni ancora più innovative e coerenti può essere trovata applicando la potenza dell’intelletto, oltre quella computazionale, per scoprire nuovi modelli negli infiniti database disponibili? Non chiedersi solo ‘chi’, ‘come’ e ‘quando’ ma ‘perché’? È lo ‘spessore’ dei dati (thick data) cioè dati che, ottenuti in modo immersivo e/o etnografico, svelano contesti culturali, sociali ed emotivi di gruppi di studio, più o meno ristretti, e che possono contribuire a raggiungere livelli di comprensione fuori dalla portata degli algoritmi.
Nei processi tecnologici entrano così in gioco il fattore umano e le competenze multidisciplinari e l’etica definirà l’uso che potremo fare dei dati. Le nuove Forme di Futuro saranno determinate da quanto spessi saranno i dati che genereremo.

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  • From 22/10/2020 18:00 to 22/10/2020 19:30

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